Dove l’errore è la regola

¡Tu la pagaras!

di Marilù Oliva

Recensione di ¡Tu la pagaras! di Marilù Oliva, Roma : Elliot, 2014
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Decisamente Marilù Oliva preferisce le virgole ai punti. Non che non usi anche questi, ma cerca la velocità, il ritmo delle descrizioni e dei dialoghi. E congegna un noir misto padano-sudamericano che sa tanto di molte città di provincia italiane, dove c’è sempre qualcosa di sbagliato: sia la temperatura del fetido garage dove lavora la protagonista, la Guerrera, sia la nazionalità del Cubano, che tutto è meno che caraibico, sia l’età delle donne della storia, che non stanno in pace con i propri anni, sia i ruoli di un dipendente e di un datore di lavoro, che non sempre sono tali, sia le mancate avance di un ispettore (capo) di polizia che non sa manifestarsi al momento buono.
Proprio la figura del poliziotto è quella a pagare una minore profondità, mentre il romanzo nel suo complesso risente di qualche debolezza strutturale, come la comparsa in scena (nella mente del poliziotto) dell’arma del primo omicidio della storia. Ma ¡Tu la pagaras! si legge bene, è scritto da chi ha voglia di scrivere, e questa cosa si percepisce. Tre stelle perché le magagne di queste pagine saranno sanate in altre, come Mala suerte, che per chi non sia feticista delle trilogie, di cui ¡Tu la pagaras! è la prima, Mala suerte la terza parte, è opera di certo migliore.