Ora, l’uso dei puntatori laser negli stadi calcistici italiani si ripete, in modo più diffuso, sia dal lato degli utilizzatori sia da quello dei bersagli. I portieri non sono più gli unici oggetto di queste attenzioni, ma tutti i componenti delle squadre, per quanto sia possibile “colpirli” quasi solo nelle fasi morte del gioco, a palla ferma.
Ai “puntamenti” negli stadi si aggiungono gli episodi, avvenuti a Bari, di accecamento di piloti di aerei in atterraggio. Sono stati segnalati molti casi, anche se in realtà pare che in nessuno il fastidio abbia costituito pericolo per l’incolumità dei velivoli e dei passeggeri.
Trovare le ragioni di questa maggiore diffusione non è così semplice, poiché la tecnologia dei puntatori è lievemente evoluta negli ultimi anni soprattutto per quanto concerne la potenza disponibile, ma non così tanto da giustificare un tale mutamento.
Una prima analisi dei social network non pare evidenziare resoconti di bravate, ma si fanno notare alcune presenze sul canale italiano di Youtube una volta impostata la ricerca con parola chiave “laser”. Il primo risultato che si ottiene è un video con le indicazioni su “come costruire un laser da 250 mW prendendo il materiale da un masterizzatore di DVD rotto”; il quarto è invece un filmato il cui titolo è “Laser Flashlight Hack” (una sorta di “trasforma una torcia laser”), mentre il sottotitolo recita “Turn a MiniMag flashlight into a burning laser pointer!! “, ossia altre indicazioni su come farsi in casa il proprio potente puntatore laser. L’ulteriore segnalazione “CAUTION!! Lasers can be dangerous! Do not point them at any living thing” rassicura, ma non completamente. Anche perché in entrambi i casi la potenza in gioco è delle centinaia di milliwatt, contro i 5 consentiti dalla legge per gli emettitori in commercio.
Tutti gli emettitori laser sono pericolosi per gli occhi? Lo possono essere anche per altre parti del corpo?
Il fatto è che di puntatori laser non ce n’è un tipo solo. Ce ne sono cinque classi (la 1, la 2, la 3a e la 3b e la 4), divise tra loro a seconda della potenza. Quelli di prima classe sono intrinsecamente sicuri. E così anche quelli di seconda classe, il raggio dei quali è sì visibile, ma di potenza inferiore a un miniwatt. Secondo gli esperti, è sufficiente la reazione istintiva del battito delle palpebre, per proteggere gli occhi dai suoi effetti. Dalla classe 3 si entra infine nel campo dei raggi laser dei quali è vietata la libera vendita dall’ordinanza del luglio del 1998 (ribadita poi dal decreto legislativo 206 del 2005, chiamato anche Codice del consumo).
I raggi di classe 3a hanno una radiazione visibile con potenza inferiore ai 5 miniwatt: sono pericolosi se visti tramite strumenti ottici. Quelli di classe 3b emettono una radiazione visibile o invisibile. La visione diretta o tramite riflessione speculare è sempre pericolosa. Infine, quelli di quarta classe, i cosiddetti laser di potenza. In grado di procurare danni da riflessioni diffuse, danni alla pelle. Inoltre, il loro raggio può scatenare incendi.
(continua)