La tecnologia in Dante – un abbecedario (A-M)

Ecco un abbecedario di termini legati alla tecnologia presenti nelle opere di Dante.

Alchimia: vocabolo di origine araba, col quale nel Medioevo si designava l’arte di tramutare i metalli ignobili in oro. Ricorre due volte nella Commedia: If xxix 119 e xxix 137.

Balestriera: “feritoia” nei castelli o nelle fortificazioni in genere, adatta per il tiro con la balestra (Fiore, ccxxiii 7, ccxxv 7, ccxxviii 3, ccxxix 10).

Barbacane: in Fiore xxviii 2 è citato come “terrapieno o antenmurale di sostegno e di rinforzo”.

Caditoio: l’aggettivo compare nella descrizione del castello di Gelosia (Fiore, xxviii 12). Le porte caditoie sono dispositivi a saracinesca, che si possono abbassare dall’interno dell’edificio.

Conocchia: è il “pennecchio”, la “massa di fibra” che si compila, si avvolge alla rocca allo scopo di filarla (Pd xv 124, Pg xxi 26).

Crocco: vale “uncino”, “rostro”, “arma con cui afferrare” (Detto, 366).

Darzanà: dall’arabo dar sina a, “casa di costruzione”, “arsenale” (If xxi 7). Quello citato è quello di Venezia, che sarà poi osservato da Dante durante una visita compiuta tra il 1308 ed il 1310.

Elsa: solo una volta, in senso proprio: Pd xvi 102.

Ferratura: è l’armatura di ferro che si suol porre a rinforzo di un oggetto (Fiore ccxxviii 12).

Frenaio: l’artigiano che fabbrica morsi per cavalli (Cv IV vi 6).

Giomella: è un’unità di misura, corrispondente alla quantità contenuta nel cavo delle mani accostate (Fiore cviii 4).

Imbertescato: participio passato di ‘imbertescare’, usato con valore aggettivale in Fiore xxviii 10. Vale “munito, difeso con bertesche”, che erano fortificazioni in forma di piccole torri costruite sopra maggiori corpi difensivi.

Limone: francesismo del Fiore (ccxvii 6), indicante propriamente ciascuna delle due stanghe del carro tra cui si pone il cavallo. Da cui limoniere, il cavallo che sta tra i ‘limoni’ del carro (Fiore, ccxvii 9).

Lulla: ciascuna delle due parti, a forma di segmento circolare, costituenti gli elementi laterali del fondo delle botti, oggi dette “lunette” (If xxviii 22).

Maciulla: nel senso proprio di “gramola”, “macchina per tritare il lino” o per dividere le fibre della canapa, in similitudine con le bocche del triforme Lucifero (If xxxiv 56).

Manganello: anticamente una macchina da guerra per scagliare grosse pietre o proiettili, nelle città assediate. Tre volte nel Fiore (xxix 12, li 12-14, xcviii 8). Vedi trabocco.

(continua)