Un’ulteriore espansione fu determinata dalla distribuzione delle zone residenziali e di quelle commerciali, collegate dalle strade previste per il passaggio di auto e camion.
Gli sviluppi urbanistici furono fortemente legate all’industria dell’autoveicolo, a sua volta legata, soprattutto sino alla Seconda guerra mondiale, alla ferrovia.
La forte immigrazione di operai verso Torino che si verificò sopratutto dagli anni ’50 rese necessaria l’edificazione di nuovi spazi abitativi, che furono collocati principalmente nelle prossimità degli stabilimenti produttivi. Nell’arco di 50 anni tra il 1921 e il 1971, la città di Torino raddoppiò in dimensione, inglobando la campagna attorno, e raggiungendo il milione di abitanti nel 1960. Il 1973 vide il picco della popolazione, con un milione e 200 mila residenti; da quel momento in poi, per effetto di una diminuzione delle attività produttive dislocate in città e per un graduale spostamento verso i comuni periferici, la popolazione ha avuto un calo sino all’inizio del xxi secolo, quando soprattutto per effetto dell’immigrazione dai paesi in via di sviluppo la curva ha invertito la propria tendenza.
Dalla propria costituzione avvenuta nel 1899, la Fiat definì i tre poli fondamentali di sviluppo dell’industria metalmeccanica torinese. Peraltro, la Fiat nacque proprio a Torino anche perché, a causa della presenza della Casa Savoia la città aveva una grande tradizione di produzione di carrozze. Tale produzione permise di disporre della conoscenza necessaria per strutturare gli abitacoli delle autovetture.
In più, da un paio di secoli l’Arsenale aveva compiuto grandi passi nella lavorazione metallurgica: la proto-industria collocata per lo più nella zona del fiume Dora aveva sfruttato la forza dell’acqua per azionare le proprie fucine, per macinare la polvere da sparo e per fondere il metallo necessario per la produzione dei cannoni. Tutte tecnologie che sarebbero tornate utili con l’avvento dell’automobile.
I tre stabilimenti che rappresentano in modo paradigmatico lo stabilimento-tipo per la produzione di autovetture sono:
1. Lo stabilimento di Corso Dante: la Fiat impiantò il proprio primo sito produttivo automobilistico in corso Dante, prossimo al Po. I corpi di fabbrica erano molteplici, poiché non era necessaria la continuità volumetrica. Le automobili erano infatti montate in isole di produzione, dallo chassis e dalle sospensioni, con successivo impianto del motore, dell’abitacolo e dei complementi.
Fino al 2010 (anno nel quale è iniziata una pesante riqualificazione del fabbricato) il corpo principale degli stabilimenti di corso Dante è stato occupato dal centro di formazione Fiat, l’ISVOR, così come un altro edificio ospita il Centro Storico Fiat.
2. Lo stabilimento del Lingotto: progettato dall’architetto Giacomo Mattè Trucco, con esso si introdusse il sistema di produzione tayloristico, importato dall’America. Nel sistema tayloristico, ovvero nella catena di montaggio, l’operaio è fermo su una fase di lavorazione mentre a muoversi linearmente è il pezzo di lavorazione. Lo stabilimento di Lingotto operò dal 1916 al 1980; ha una struttura “verticale” adatta per una produzione dove le parti pesanti venivano lavorate nelle piani inferiori, mentre le parti leggere nei piani superiori. L’edificio fu costruito utilizzando cemento armato e vetro, mentre sul tetto fu collocata la pista prova (inclinata sino a 30° nelle paraboliche) per il collaudo delle automobili. Da notare, soprattutto per effetto dell’adozione del cemento armato, che permise un’estrema riduzione delle parti murarie, le grandi superfici vetrate laterali: proprio grazie a queste fu possibile evitare l’adozione della classica struttura a shed del tetto dell’edificio.
3. Lo stabilimento di Mirafiori: progettato da Bonadè Bottino e iniziato nel 1938, la sua costruzione procedette in tempi rapidissimi, salvo non completarsi per l’inizio della Seconda guerra mondiale. Progettato nel 1936, fu ultimato a tempo di record (in meno di due anni dall’acquisizione dei terreni), e inaugurato il 15 maggio 1939 alla presenza di Benito Mussolini. Entrò però in piena attività solamente nel 1947, dopo essere stato bombardato ed avere testimoniato il primo grande sciopero di stampo antifascista nel 1943. Concepito per estendersi in superficie (e non in altezza, come il Lingotto), fu quasi raddoppiato nel 1958.