Se infatti le “pinne da squalo” delle cabriolet e berline americane avevano una pur lontana giustificazione pratica, permettendo a quelle automobili una migliore penetrazione nell’aria, se le forme affusolate dei grattacieli (si pensi al Chrysler Building) trovavano un’antenata illustre come la Torre Eiffel, che dall’aerodinamica dipende per la propria esistenza, così non era per innocui oggetti casalinghi, come i ferri da stiro, che tuttavia subirono redesign in virtù dell’estetica delle linee filanti. Il ferro da stiro Zenit (anni ’50) ne è un esempio. L’idea era che una forma aerodinamica, non solo della parte che compiva lo scivolamento, ma pure del corpo e del manico, promettesse una maggiore facilità d’uso, un aumento della velocità di lavoro.
Parla bene di queste concezioni Fabrizio Carli, nel suo Elettrodomestici spaziali, edito da Castelvecchi (2000). Analizzando gli elettrodomestici nel xx secolo Carli porta avanti una tesi che può essere ridotta a questi termini: a quale estetica si possono rifare degli oggetti nuovi per essere “vestiti”? Ovvio, a quella più di moda in quel periodo. Con la fantascienza in piena crescita, la scelta era quasi obbligata. E quindi dischi (spaziali), forme allungate, filanti, aerodinamiche, veloci, in una sorta di futurismo cristallizzato negli oggetti di uso quotidiano.
A volte ritornano, si diceva. Entra a pieno titolo nella categoria degli elettrodomestici spaziali il FRITZ!Box Fon WLAN 7390. Come aumentare la velocità di connessione a Internet? Come migliorare la qualità delle chiamate VoIP? Con un buon hardware, certo, ma soprattutto con un moder/router/firewall/chipiùnehapiunemetta che solchi le autostrade telematiche con la minore resistenza aerodinamica possibile. Il design, con tutta probabilità in modo voluto, riprende proprio le linee delle berline americane degli anni ’50, con qualche contaminazione dalla fantascienza degli anni ’80.
In fondo, non nascondiamoci dietro un dito, si è sempre parlato di “autostrade telematiche”.