Jean Baptiste van Helmont (1579-1644) è considerato il primo vero chimico. Scoprì l’anidride carbonica e studiò da un punto di vista generale i gas, che chiamò “spiriti silvestri”. Il periodo, all’inizio del XVII secolo, è quello della Rivoluzione Scientifica, della quale Galileo Galilei fu l’iniziatore in un ambiente pronto ad accoglierla.
Robert Boyle (1627-1691) elaborò delle formulazioni teoriche legate ai gas: la legge che da lui prese il nome o isoterma afferma che per un gas ideale il prodotto della pressione del gas per il volume da esso occupato è costante. Si tratta di un passaggio fondamentale poiché, sebbene le formule descrivano un comportamento ideale, sono esatte, e soprattutto si tratta delle prime e proprie formulazioni fisiche in questo ambito.
Jan Baptiste van Helmont (1577-1644) fu un medico belga che si dedicò allo studio della crescita delle piante con attente misurazioni. Come fallout del suo studio scoprì l’anidride carbonica (CO2), accorgendosi che dalla fermentazione e dalla combustione si sviluppa questo gas. Fu, in ultima analisi, il primo chimico a studiare i gas, fino a prima chiamati “spiriti”. Notò inoltre che è possibile ottenere l’anidride carbonica anche da alcune acque minerali e da alcuni sali trattati con acidi (carbonati).
Chiamò la CO2 spirito silvestre e tentò misure quantitative, mantenendo già come implicito il concetto di conservazione della massa; lo stesso nome “gas” deriva dal termine “caos” da lui adottato per descriverli.
L’inglese Robert Boyle (1627-1691) costruì una pompa pneumatica più efficiente, ma dopo aver sperimentato il vuoto si occupò dell’operazione inversa. Scoprì la relazione tra pressione e volume (Legge di Boyle). Trascurò nella pubblicazione di menzionare la temperatura, anche se probabilmente era a conoscenza dell’importanza che questa sia mantenuta costante.
Un esempio di parascienza è invece dato da Athanasius Kircher (1602-1680), padre gesuita di origine tedesca che lavorò e risiedette a Roma per una parte della sua vita e che scrisse, tra le altre, l’opera Mundus subterraneus, in cui si parla di correnti telluriche, ovvero correnti di tipo energetico, magnetico, vulcanico.
Il mercurio è considerato tra gli elementi fondamentali in quanto necessario per l’estrazione di metalli dagli ossidi. Possiede la particolarità di presentarsi allo stato liquido a temperatura ambiente.
Un altro elemento è il flogisto. Considerando le reazioni combustibile + comburente –> prodotti + calore (reazione esotermica) e carbone –> cenere + flogisto quest’ultimo è la parte calda, qualcosa di fisica che serve per spiegare che la cenere pesa meno del carbone).
Il chimico tedesco Johann Joachim Becher (1635-1682) aveva una concezione simile a Paracelso, e tentava di mettere un po’ d’ordine alle teorie sviluppate sino a quel momento per comprendere la combustione.
Becher riteneva che l’aria avesse la sola funzione di sostegno meccanico e distingueva la terra in tre tipi: la terra fusibile detta “sale”, la terra pingue detta “zolfo”, e la terra fluida detta “mercurio”. Era proprio la terra pinguis, nella concezione di Becher, responsabile dell’infiammabilità. Analogamente, i corpi sarebbero stati costituiti da terra + terra, terra + acqua, acqua + acqua (nelle sue diverse forme: ghiaccio, acqua, vapore).
Uno dei seguaci di queste teorie alquanto vaghe fu Georg Stahl (1660-1734). Grande medico appassionato di chimica, credeva in un principio vitale. Fu il primo a proporre la teoria del flogisto per spiegare la combustione.